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Città meno sicure: Qualche dato e considerazioni

Le nostre città sono davvero meno sicure? La risposta, come avremo modo di vedere nel nostro approfondimento di oggi, non è semplice. Se da un lato i dati ci raccontano infatti di un’Italia progressivamente sempre più sicura – checché ne dicano i giornali – dall’altro cresce l’insicurezza percepita da parte degli italiani.

E c’è chi pensa di fare per conto proprio. Non armandosi, ma piuttosto ricorrendo alla sicurezza offerta da un buon allarme casa, cercando di proteggere la propria abitazione e anche la propria attività commerciale da malintenzionati che, almeno secondo i dati del Ministero del Governo, sarebbero in ritirata, o quasi.

Sì, la TV è in parte responsabile dell’ondata di insicurezza percepita

Non c’è molto da discutere a riguardo. Le televisioni e la stampa si sono ormai lanciate in una rincorsa alla notizia più sensazionalistica, spingendo l’acceleratore su quei fatti di cronaca in grado di scatenare sentimenti primitivi come la paura.

I furti e le rapine in casa vengono oggi riportate con maggiore solerzia, spinte in prima serata anche quando si tratta di questioni che dovrebbero, in una situazione normale, destare ben poco interesse.

Come avremo modo di vedere più avanti nel corso del nostro approfondimento, c’è però molto di più da dire a riguardo: televisioni e giornali non sono sicuramente unici responsabili della riscoperta italiana della paura.

Sì, è vero che i furti in casa sono in calo

I furti in casa, secondo i dati che sono diffusi dall’ISTAT, sono in calo costante dal 2013. Ne avvengono circa il 30% in meno rispetto anche soltanto a 5 anni fa. Questo però non vuol dire che gli italiani non abbiano ragione a sentire il bisogno di più sicurezza e protezione. Non solo da parte delle forze dell’ordine, ma anche e soprattutto da tecnologia, sistemi di allarme, telecamere e dispositivi che possono prevenire intrusioni e furti.

Il numero di furti è ancora molto alto, purtroppo

Se è vero che i furti in casa sono in netta diminuzione, è altrettanto vero che quasi 100.000 famiglie ogni anno si trovano a fare i conti con i danni materiali e morali di un furto in casa.

Si tratta inoltre di uno dei reati che desta maggiore allarme sociale: l’intrusione avviene in quello che è considerato, praticamente da tutti, lo spazio più sicuro e più intimo.

Il calo c’è ed è concreto, ma questo non vuol dire che si è già arrivati al punto in cui possiamo smettere di preoccuparci, sotto il profilo personale ma anche a livello di società e di nazione, di questo tipo di reati.

Boom di antifurti, perché l’Italia non è ancora diventata il Texas

Anche se c’è stato recentemente un leggero ammorbidimento sulla disciplina della legittima difesa, gli italiani hanno ancora forti remore a provare a difendersi da soli. Si preferisce fare ricorso alla tecnologia, oppure ancora alla sorveglianza privata, prima ancora di considerare l’opzione armi in casa.

Un’opzione che non ha mai portato comunque a maggior sicurezza in quei Paesi dove appunto tenere un’arma in casa è praticamente la norma.

Voglia di sparare, poca. Voglia di difendersi, facendo ricorso a tutto quello che la tecnologia può offrire, molta. È questa la nuova Italia, un Paese dove in via generale i reati sono in calo ma dove si fatica ancora a sentirsi sicuri. Anche tra le mura di casa, quel tempio di sicurezza e famigliarità che nessun altro luogo è in grado di offrirci.

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